L'esperto rispondeResponsabilità

IL TFR IN BUSTA PAGA EQUIVALE A RETRIBUZIONE

La domanda

Il quesito è sulla natura ragionieristica della Quir:è da considerare come costo di retribuzione del personale dipendente (in quanto costituisce facoltà di sospensione fino a data certa dell'obbligo di accantonare una parte precisa della retribuzione a fondo trattamento fine rapporto e, in quanto tale, è assoggettata a tassazione ordinaria), oppure è da ritenere comunque accantonamento a Tfr?

La Quir (acronimo che sta per quota integrativa della retribuzione) consiste nella liquidazione diretta mensile della quota maturanda di Tfr (trattamento di fine rapporto) a favore di lavoratori dipendenti assunti da almeno sei mesi nel settore privato, a eccezione di quello agricolo e di quello domestico. Tale quota integra, in sostanza, la retribuzione che il lavoratore percepisce.Un primo indizio di ciò è nel nome stesso. Una conferma possiamo rinvenirla nel regime impositivo a cui si deve assoggettare la Quir, che, infatti che a differenza del Tfr accantonato in azienda, sarà sottoposta a tassazione ordinaria, e non a tassazione separata, con ciò che ne consegue in termini di convenienza.Da un punto di vista contabile, e per rispondere nello specifico al lettore, non sembrerebbe corretto trattare la quota integrativa della retribuzione come se fosse un accantonamento di Tfr, in quanto non si accantonerebbe alcunché, ma si avrebbe casomai una erogazione. Si consideri, in tal senso, quanto previsto dal principio contabile Oic 31, il quale, al paragrafo 117, afferma che «il Tfr spettante al personale dipendente in forza di legge o di contratto... al momento di cessazione del rapporto di lavoro costituisce onere retributivo certo...». Alla luce di ciò, si potrebbe concludere che la Quir diviene anche contabilmente, a tutti gli effetti, una maggiore retribuzione, pur mantenendo alcune proprie peculiarità, come la non imponibilità ai fini previdenziali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©