L'esperto rispondeResponsabilità

PRESTAZIONE «DEROGATA»: LA RETRIBUZIONE È DOVUTA

La domanda

Può un lavoratore, assunto con contratto a tempo indeterminato a seguito del Jobs act (e, quindi, con esonero contributivo per il datore di lavoro), essere invitato a non presentarsi in ditta nelle giornate in cui non c'è necessità per poco lavoro? Se sì, questa sospensione prevede comunque il pagamento di un minimo salariale o invece non è retribuita?

Con il contratto di lavoro il dipendente si obbliga a rendere la propria prestazione – e il datore di lavoro a erogare la connessa retribuzione – in base ai giorni previsti e all’orario concordato. Nel caso di calo dell’attività lavorativa, le soluzioni legalmente praticabili sono le seguenti:a) passaggio al part time (anche solo per un breve periodo) ma con l’accordo del dipendente;b) fruizione di ferie e/o permessi non ancora goduti (o ricorso alla banca ore se prevista), aspettativa non retribuita (accordo tra le parti);c) cassa integrazione (anche mediante i nuovi fondi di solidarietà) o contratto di solidarietà.In definitiva, salvo diverso accordo tra le parti, la sospensione del rapporto non può essere decisa unilateralmente da parte del datore di lavoro. Se il datore (creditore) rifiuta la prestazione del lavoratore (debitore), è dovuta la retribuzione.

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