L'esperto rispondeResponsabilità

ATTIVITÀ AGRICOLA AMMESSA PER IL DIPENDENTE

La domanda

Un lavoratore dipendente può avviare una impresa agricola? I contributi Inps, in questo caso, come vengono calcolati? Cosa si intende per giornate lavorate e reddito medio convenzionale?

Il lavoratore dipendente può intraprendere un’attività nel settore agricolo, a condizione che ciò non violi il dovere di non concorrenza con l’attuale datore di lavoro.Dal quesito non si comprende l’attività agricola che sarà svolta. In agricoltura esistono tre categorie di lavoratori: autonomi (coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale, Iap), associati (mezzadri, ex articolo 2141, coloni parziari, ex articolo 2164, e soccidari, ex articolo 2170 del Codice civile), subordinati e assimilati. Sono assimilati i piccoli coloni (articolo 8, comma 2, della legge 334/1968), i compartecipanti individuali (articolo 56 della legge 203/1982) e i familiari. Per le prime due categorie è prevista, ai fini previdenziali, l’iscrizione alla gestione agricola dell’Inps. L'importo dei contributi dei lavoratori autonomi si calcola sulla base del reddito agrario corrispondente alle quattro fasce di reddito previste dall'articolo 7, comma 2, della legge 233/1990 e dall'articolo 11-bis della legge 154/1988 (reddito medio convenzionale). L'imponibile delle quattro fasce è determinato moltiplicando il valore giornaliero del reddito medio convenzionale, rispettivamente, per 156, 208, 260 e 312 giornate (legge 233/1990, tabella D). Le singole aliquote contributive sono contenute nella circolare Inps 108/2015.Se viene svolta attività agricola come lavoratore autonomo ed è mantenuta la posizione come lavoratore dipendente, è necessario individuare l’attività prevalente. Se prevale il lavoro subordinato, il soggetto è esonerato dall’assicurazione presso l’Inps (gestione agricoltura) per i lavoratori autonomi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©