L'esperto rispondeResponsabilità

UN'AZIONE DI RIDUZIONE PER LA VENDITA SIMULATA

La domanda

Nello stesso atto notarile del 14 aprile 2006, intervenuto tra mia moglie, mia suocera che è vedova, e i miei cognati, sono state stipulate due compravendite. Nella prima, mia suocera, riservandosi l'usufrutto vitalizio, vendeva a un figlio la nuda proprietà dei diritti pari ai 16/24, mentre gli altri due figli, unitamente a mia moglie, vendevano allo stesso la piena proprietà dei diritti pari ai 6/24.Nella seconda vendita, mia suocera trasferiva in favoredello stesso figlio un'altra porzione di fabbricato, di sua esclusiva proprietà, senza riservarsene l'usufrutto. Mia moglie, lesa nei diritti ereditari, può impugnare tale seconda compravendita? Si precisa che non c'è alcuna traccia dell'avvenuto pagamento.

Gli atti stipulati risultano delle compravendite; se il prezzo non è stato in realtà pagato e se si tratta, quindi, di una donazione e non di una vendita e se all’apertura della successione di sua suocera il patrimonio ereditario non risultasse sufficiente per soddisfare i diritti di sua moglie, quale legittimaria, si potrebbe agire in giudizio mediante l’azione di riduzione e chiedere la restituzione di quanto donato.Presupposto per procedere in tal senso è la dimostrazione che l'atto stipulato avesse una natura diversa, evidenziando trattarsi di una donazione e non di una vendita, dimostrando che il corrispettivo non è stato mai versato e che l'intento della disponente era quello di effettuare una liberalità a favore del figlio.

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